Page 16 - STORIA DI UN EX OSPEDALE DAVANTI AL MARE E DELLA SUA SPIAGGIA
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Curare nella relazione di fiducia
Nel percorso di terapia del paziente era considerata centrale la qualità della relazione con il medico per aiutarlo a reagire positivamente alla malattia. Per questa ragione la Scuola Infermieri dell'ospedale non insegnava solo ad affiancare il medico, a somministrare le terapie, ad accudire i pazienti nei loro bisogni primari, nell’igiene e nell’alimentazione, ma trasmetteva soprattutto il valore del rapporto umano come e più importante della competenza tecnica. Un medico molto stimato quando ricordava il suo lavoro di chirurgo all’ospedale diceva:
“Io ho cercato sempre di trattare i pazienti come se fossero stati mio padre, mia madre, mio fratello, mia sorella... perché mi rendevo conto che mettevano la loro vita a disposizione mia e mi si affidavano completamente per farsi operare da me con fiducia”.
(professor D. V. tratto da intervista di Elisabetta Antonucci marzo 2014).
Curare con l’arte
Per affrontare al meglio la malattia era considerato fondamentale che i pazienti avessero una vita attiva. Il teatro Marinoni era espressione di questo pensiero. Vi si organizzavano spettacoli per i malati con attori che a volte erano essi stessi, a volte personaggi famosi come Adriano Celentano e Lino Toffolo appositamente invitati. Era uno spazio per stare insieme. C’erano donne che si riunivano a fare lavori a maglia e di cucito, si tenevano convegni di medicina e assemblee sul funzionamento dell’ospedale, tema sul quale c’era un’attenzione viva tanto che esisteva il giornale “Voci dell’OAM” dove parte del personale scriveva. Nonostante gli anni di abbandono il teatro è ancora in buono stato grazie ad un gruppo di abitanti che in questi anni ha continuato ad averne cura.


































































































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